Ipogeo e chiesa di San Salvatore
L’ipogeo, parzialmente scavato nella roccia, si trova sotto la chiesa dedicata a San Salvatore, al centro del villaggio omonimo. Il sito dell’ipogeo presenta tracce di frequentazione già dal neolitico. Sin da epoche antichissime si evidenzia la sua vocazione cultuale. In età nuragica vi fu scavato un pozzo sacro per il culto delle acque, nel periodo punico l’area fu dedicata a Sid, il dio guaritore, i romani vi praticarono il culto di Asclepio e in età cristiana, il luogo fu destinato ai riti in onore di San Salvatore.
L’ipogeo di San Salvatore dovrebbe datarsi al quarto secolo dopo Cristo, epoca alla quale viene attribuita buona parte delle pitture e delle iscrizioni, ma è stato certamente frequentato, anche se con periodi di abbandono, fino in età moderna.
L’ipogeo, localizzato al di sotto della chiesa omonima, è costituito da un complesso di ambienti scavati nella roccia nella parte inferiore e costruiti con filari di laterizi alternati a filari di conci litici nella parte superiore. Alla struttura si accede da una scalinata aperta sul pavimento della chiesa che immette in un corridoio su cui si affacciano due vani rettangolari affrontati coperti a volta. Al termine del corridoio si trova un piccolo ambiente circolare cupolato con pozzo a ghiera quadrata su cui si aprono due vani laterali voltati, con lato di fondo absidato e uno semicircolare coperto a volta.
Sulle pareti intonacate dei vani si conservano numerose pitture in nero raffiguranti divinità ed eroi della tradizione classica (tra cui Venere, Marte, Pegaso, Proserpina, Ninfe, Ercole in lotta con il leone nemeo), altre figure (personaggio maschile circondato da leoni, auriga vittorioso), simboli cristiani (pavone, pesce) e numerose imbarcazioni, in un caso un galeone forse seicentesco.
Tali raffigurazioni vengono collegate a un culto salutifero connesso con quello delle acque di cui fu certamente sede la chiesetta. Si contano, inoltre, numerose iscrizioni latine, un alfabeto greco e un’iscrizione araba (sedicesimo-diciassettesimo secolo).
Villaggio e chiesetta di San Salvatore
Il borgo medievale di origini spagnole, si anima a settembre per la festa del santo e per la Corsa degli scalzi. Luogo di culto da millenni, il villaggio di San Salvatore è diventato occasionalmente anche scenografia del ventesimo secolo per film western.
Il villaggio di San Salvatore è un centro religioso temporaneo composto da numerose e minuscole case disposte a schiera intorno alla chiesetta e a un ampio piazzale quadrangolare. Il centro si anima in occasione delle novene e della festa del santo, che si celebra la prima domenica di settembre. Viene inoltre frequentato dagli agricoltori nei periodi della semina, in autunno, e del raccolto del grano, in estate.
La chiesetta di San Salvatore, posta al centro della piazza, fu costruita in epoca spagnola, sul finire del diciassettesimo secolo, sopra il santuario sotterraneo di origini pagane trasformato in seguito in un luogo di culto cristiano.
L’edificio, di pianta rettangolare (13,3 x 9,6 metri), orientato a nord-est, è preceduto da un piccolo portico quadrangolare sorretto da due pilastri di arenaria. L’interno si presenta suddiviso in due navate: quella di sinistra che si conclude con il presbiterio, quella di destra con la sacrestia.
Intorno alla chiesa per le esigenze dei fedeli cominciarono a sorgere, già a partire dal Settecento, le prime case del villaggio che col tempo ha raggiunto le attuali dimensioni, pressoché identiche a quelle attestate intorno alla metà dell’Ottocento.
Ipogeo e chiesa di San Salvatore
Località San Salvatore, Cabras
momentaneamente chiuso per restauri,
riapertura al pubblico prevista per giugno 2023